NEWS – 8 marzo: Mutilazioni genitali femminili, storie e interventi di prevenzione e cura sul territorio. Un incontro con le donne di Zonta Moncalieri per riflettere e per contrastare un dramma mondiale

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7 Marzo 2017

Barny ha 19 anni, è nata a Mogadiscio ed è la nona di undici figli, otto femmine e tre maschi e ora vive in Italia. Barny ricorda perfettamente quel giorno in cui una mammana le ha asportato, senza anestesia e usando una lama di rasoio, il clitoride, le piccole labbra, parte delle grandi labbra vaginali, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale. «Quando dopo tre giorni sono tornata a casa, le mie sorelle avevano cucinato, c’erano i parenti e una grande festa. Lo farò fare anche alle mie figlie, anche se rimango a vivere in Europa, così sapranno di appartenere alla Somalia». Ma perché tutto questo? «Perché è buono, è la nostra tradizione. Se non fossi infibulata non mi potrei sposare». Quella di Barny è una delle drammatiche e “folli” storie di mutilazioni genitali femminili (Mgf) che si incontrano per il mondo. E capita di incontrarle anche a Torino, soprattutto quando sono proprio queste donne a rivolgersi agli ospedali per la “ricostruzione vaginale”, perché devono partorire oppure essere sottoposte ad esami ginecologici. Sono pochi i casi di donne vittime di Mgf che si rivolgono agli ospedali torinesi per la “ricostruzione vaginale” ma significativi per spiegare l’orrore dell’infibulazione tra le migranti che arrivano alle porte di Torino.

LA RETE CHE CURA LE PATOLOGIE ANOUROGENITALI E LE MUTILAZIONI Prima in Italia e in Piemonte, l’Asl To4 ha attivato la Rete di patologia del basso tratto anourogenitale femminile attivando ambulatori negli ospedali di Chivasso, Ivrea e Ciriè, per curare le donne che accusano patologie correlate. «La Rete è formata da un team di medici formati – spiega Fabrizio Bogliatto, ginecologo dell’Asl To 4 (in foto) -, le donne che intercettiamo le sottoponiamo a counselling e le invitiamo a procedere a interventi chirurgici di correzione dell’infibulazione; l’ultimo l’ho eseguito dieci giorni fa su una donna infibulata, somala, accolta al centro di accoglienza di Settimo». Questo progetto vuole essere non solo uno strumento di cura, ma anche strumento di prevenzione. «Vogliamo spiegare alle donne infibulate che questo rito orribile non venga ripetuto sulle loro bambine – prosegue Bogliatto – e la ricostruzione genitale è la migliore arma per salvarle».

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Negli ospedali di Paesi come l’Olanda le migranti infibulate chiedono la ricostruzione dei genitali per riconquistare la femminilità strappata nell’infanzia dalle mammane dei villaggi, in un paese come il nostro, invece, ricostruire significa ancora curare. «Anche noi vogliamo ridare alle migranti infibulate la femminilità che hanno perduto – prosegue il dottor Mario Traina, direttore sanitario dell’Asl To4 – consapevoli di essere riusciti a spiegare loro che l’anatomia femminile è perfetta così. I programmi futuri sono, nell’Asl To 4 come nelle altre Asl, coinvolgere attivamente il personale dei consultori anche attraverso attività formative per poter meglio indirizzare le donne che si presentano al servizio con una mutilazione genitale. Dico “con” e non “per” la mutilazione genitale. Credo che diffondere cultura sia la soluzione migliore».

LE DONNE DI ZONTA MONCALIERI DICONO BASTA ALLE MGF L’Associazione Zonta International è da sempre in prima linea per contrastare la violenza contro le donne e per difendere i diritti fondamentali della persona. Il Club Zonta Moncalieri, della quale fa parte, in occasione della “Festa della Donna”, mercoledì 8 marzo organizza l’incontro dal titolo “Mutilazioni Genitali Femminili. La rete di intervento nella provincia torinese”, alle ore 21,30 presso l’Unione Industriale di Torino, Via Fanti 17, per esprime a gran voce la sua disapprovazione rispetto ad un fenomeno da debellare.  L’evento è patrocinato dalla Consulta Femminile del Consiglio Regionale del Piemonte a testimonianza dell’attenzione e sensibilità che le organizzazioni regionali hanno nei confronti di questo tema. Saranno presenti la Presidente della Consulta Femminile Regionale Cinzia Pecchio, avvocatesse, psicologhe, medici, docenti universitarie ed economiste e altri referenti della Consulta Femminile Regionale. «Sarà un’occasione di confronto e di riflessione su un tema così forte e di respiro mondiale – spiegano le donne del Club Zonta Moncalieri -. Le Mgf rappresentano un crimine contro donne e bambine che non possono difendersi. Dobbiamo proteggere ed aiutare le donne che fuggono da tale crimine. Soltanto in rete istituzioni, medici e cittadinanza possono aiutare le donne che hanno subito le mutilazioni genitali femminili a riconquistare la propria dignità di donne». Sulle Mgf interverrà il dottor Fabrizio Bogliatto, che porterà testimonianze e dati su un problema da combattere.

C.S. ZONTA MONCALIERI Mutilazioni Genitali Femminili. Dati Dottor Fabrizio Bogliatto

Liliana Carbone